2022/03/10
Le forze di ispirazione cristiana hanno avuto un vistoso arretramento. La gerarchia non ha nulla da rimproverarsi?
C’era una volta Silvio Berlusconi. E’ entrato in politica ricordando, anche, di avere 5 (cinque!) zie suore e una madre che diceva tutti i giorni il rosario. Occasione straordinaria per l’Italia perché, grazie alla sua genialità, alla sua potenza economica e alla sua influenza mediatica, ha avuto la possibilità di fare molto. Ha stretto un solido legame con Gheddafi e, dopo una pubblica richiesta di perdono per il male che l’Italia aveva fatto al tempo del fascismo, ha non solo salvaguardato i nostri interessi economici in Libia ma li ha significativamente accresciuti. Si è opposto fino a che ha potuto all’uccisione di Gheddafi (si ricorderà che Napolitano faceva eco alle grida di dolore che si levavano dalla popolazione libica contro di lui) con la conseguente dissoluzione dello stato libico e la sostituzione della nostra influenza politica ed economica con quella della nostra “sorella” di sempre, la Francia.
Il primo avviso di garanzia Berlusconi l’ha ricevuto il giorno stesso che celebrava un vero e proprio trionfo personale ma anche italiano: l’incontro a Pratica di Mare fra Bush e Putin. Fine della guerra fredda, speranza di una possibile collaborazione all’interno della Nato.
Per quanto riguarda la cattolica società italiana, Berlusconi ha più volte osato dire che è di gran lunga migliore delle altre (ogni sua dichiarazione in questo senso è stata sempre accompagnata dall’irrisione e dal motteggio dei politicamente e culturalmente corretti). Di più: Berlusconi regnante, non c’è stato spazio per adeguamenti normativi alle esigenze della modernità omosessuale.
Dopo c’è stata la gogna delle cene, cioè della vita privata del premier (premier eletto da una vastissima maggioranza di italiani) messa sotto accusa da una magistratura che ha usato i nostri soldi per organizzare una dispendiosissima macchina da guerra contro di lui.
Berlusconi ci ha messo del suo? Sì. E allora? Questo è il contesto in cui la chiesa italiana si è fatta mosca cocchiera dell’attacco sferrato a Todi per preparare l’estromissione dalla vita politica di un uomo che, dalla sua discesa in campo, l’aveva sempre difesa. I così i nemici della forza politica-economica-mediatica di Berlusconi hanno potuto gloriarsi del nobile sostegno dei vertici ecclesiastici.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. C’è stata la fine dei principi non negoziabili, la fine dell’appoggio ai family day (quando non una loro aperta sconfessione ), l’approvazione senza colpo ferire di un simil matrimonio omosessuale. Negli ultimissimi mesi l’approvazione del Ddl Zan è stata scongiurata solo grazie a un’indefessa ed eroica mobilitazione di poche associazioni cattoliche, per nulla spalleggiate dal giornale ufficiale della conferenza episcopale.
Sul Corriere del 9 marzo è riportata la seguente dichiarazione del cardinale Parolin: “E’ piuttosto evidente che negli ultimi vent’anni si è consumato un arretramento delle forze di ispirazione cristiana nella vita pubblica, a tutti i livelli”. Le cose stanno proprio così.